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NEVICATE 2005
GENNAIO 2005: MANCATA NEVICATA STORICA LUNGO LA COSTA MARCHIGIANA
Durante la prima metà di gennaio 2005 la circolazione atmosferica
era orientata lungo i paralleli, l'Italia veniva interessata
da aria relativamente mite, con temperature sopra la media stagionale.
Questa situazione di ridotti scambi termici meridiani in Europa
aveva favorito l'approfondimento del vortice polare (?),
con temperature molto basse (da verificare anche l'indice NAO).
Da metà gennaio la circolazione cominciò a girare portandosi
da parallela a meridiana. Una poderosa goccia fredda si staccò
dal vortice polare per puntare direttamente verso il mediterraneo.
Secondo tutte le analisi si prospettava un'ondata di "gelo epocale"
che gli amanti della neve attendevano con ansia.
Nella settimana tra il 23 e il 29 Gennaio copiose nevicate investirono
diverse regioni italiane portando ad accumuli di neve che rimarranno nella
storia. Alcuni paesi dell'entroterra marchigiano segnalarono più di 3 metri di neve!
Ma chi abita lungo la costa rimase fortemente deluso. Ecco una breve cronistoria
di quel che successe in quella settimana, da un punto di vista costiero.
L'inizio della settimana era cominciato sotto i migliori
auspici, Lunedì 24 Gennaio una debole nevicata aveva raggiunto la costa
con il vento ancora orientato dai quadranti occidentale. Ci si attendeva,
con il cuore in pace e rinfrancati dalle previsioni, che una volta
cambiata la circolazione, con venti da NE la temperatura si sarebbe abbassata
e avremmo potuto assistere solo ad episodi nevosi per tutta la settimana.
La serata di martedì il vento da Ovest cessò, la calma prima della tempesta regnava,
la trepidazione aumentava, il termometro segnava 2 gradi e veniva monitorato
ad ogni istante. Dopo qualche ora di calma apparente cominciò a spirare l'agognato
vento di NE e con esso arrivò una cocentissima delusione:
il termometro anzichè sprofondare sotto lo zero cominciò a segnare
temperature più elevate!!! L'amarissima delusione ci lasciò quel sentimento
di essere stati traditi proprio da lei, fedele amante, la Bora!
I giorni successivi passarono nell'amarezza, piovaschi e nevischi si succedettero,
il termometro, imperterrito, segnava qualche grado di troppo.
L'amarezza era acuita dalle notizie che giungevano dall'entroterra
dove la nevicata andava assumendo caratteristiche davvero epocali con
connotati spesso di emergenza.
Passarono Mercoledì e Giovedì, l'evento ormai stava giungendo verso la fine
e l'animo ferito ormai si era rassegnato all'idea di aver perso anche
quella grandiosa occasione.
Invece come sempre accade con le cose più attese, quando non credi
più alla possibilità che si verifichino, è proprio il momento in cui esse avvengono.
Venerdì 28 Gennaio mattina, ci svegliamo gioiosissimamente potendo finalmente
urlare in maniera liberatoria: << NEVE!!! >>. I terrazzi, le strade, i tetti
ne sono pieni! Il traffico è in Tilt! Raggiungere il posto di lavoro impossibile.
Anche la città e la costa partecipa finalmente all'evento.
Poteva essere definita storica, per le Marche, questa nevicata
se non imbiancava anche la spiaggia?
La neve continuò a cadere, accumulando più di un centimetro all'ora, fino
a raggiungere 12-13 cm in città!
Ora analizziamo il motivo per cui la temperatura lungo la costa
è calata fino a consentire alla neve di scendere e attaccare sul litorale
solamente l'ultimo giorno di questo evento perturbato, nonostante
le previsioni indicassero quotidianamente nevicate fino alla costa.
Bisogna preliminarmente sottolineare che prevedere esattamente
la quota della neve è molto difficile,
una variazione di 0,5 gradi può fare la differenza tra pioggia e neve.
Quello che mi interessa capire è perchè sulla costa ha nevicato
Venerdì 28 Febbraio 2005 e non prima, escludendo la spruzzata di neve
di lunedì 24 gennaio, con vento di scirocco,
dovuta alla presenza di un preesistente cuscinetto di aria fredda
nei bassi strati.
Analizziamo, per cominciare, i dati riguardanti il momento cruciale di Martedì sera,
quando i venti da Ovest ruotarono divenendo da Nord Est.
Ecco la "fotografia" di quel momento attraverso i dati di Ancona-Falconara:
UTC | MSLP hPa | TEMP °C | RELH % | WIND nodi | VIS | SKY | SIGWX |
16:31 | 1000 | 1 | 93 | SW-6 | Scarsa | Nuvoloso | Foschia |
16:50 | 1000 | 1 | 86 | WSW-6 | Scarsa | Nuvoloso | Foschia |
17:50 | 1000 | 5 | 52 | NE-15 | Discreta | Nuvoloso | Foschia |
18:50 | 0999 | 5 | 52 | NE-18 | Discreta | Nuvoloso | - |
19:50 | 0999 | 5 | 60 | NNE-13 | Discreta | Nuvoloso | Pioggia moderata |
20:50 | 0999 | 5 | 65 | N-14 | Discreta | Nuvoloso | Rovescio |
La bora cominciò a spirare a Trieste poco prima delle 18:00 portando
un aumento della temperatura di ben 4 gradi!.
Com'è stato possibile che il vento freddo per eccellenza portasse un rialzo della temperatura?
Cos'era successo?
Per così dire quella non era bora vera ma era la stessa aria che circolava,
risalendo l'adriatico dopo essere passata per il meridione italiano,
riscaldandosi.
Non era aria balcanica nè artica!
Per capire quando si apre la porta della bora, lungo la costa marchigiana,
è utile tenere d'occhio i dati sulla temperatura e sul vento a Trieste.
Durante quella settimana nella stazione meteo di Trieste-Porto
la temperatura si mantenne sopra lo zero fino alla mezzanotte
tra il 27 e il 28 gennaio quando il vento cominciò a spirare con
decisione da NE (a 17 nodi). Poche ore dopo cominciò a nevicare lungo il litorale
adriatico.
La temperatura rimase sottozero per tutto il 28 (-1, -2),
a e 0 per tutto il 29, mentre il vento di Nord Est oscillò in intensità
tra 17 e 26 nodi.
La porta si chiuse alle 23 del 29 gennaio quando il vento si orientò da WNW.
In tabella la variazione della temperatura e del vento nella notte
tra il 27 e il 28 Gennaio nella stazione meteo di Trieste-Porto.
UTC | MSLP hPa | TEMP °C | RELH % | WIND nodi | VIS | SKY | SIGWX |
20:55 | 1011 | +1 | 43 | NW-4 | Buona | - | - |
00:55 | 1011 | -1 | 45 | NE-17 | Buona | - | - |
03:55 | 1009 | -2 | 45 | NE-24 | Buona | - | - |
Perchè solo in quel momento l'aria gelida proveniente dal nord europa decise
di passare per la porta della Bora? Dove si era diretta prima?
Per rispondere a questi interrogativi è molto interessante analizzare le mappe
meteo di quei giorni, in particolare il confronto tra le mappe a 850 hPA (1500 m circa)
e 500 hPA (5500 m circa).
La prima mappa qui di seguito mostra la situazione a 500hPa il giorno 25/01/2005.
Si nota bene come la discesa di aria fredda a 500 hPa riuscì, vista l'altezza,
a superare le Alpi e come, a quella altezza, fosse presente sopra il centro-nord
italiano aria gelida con isoterme di -35, -40 °C.
In questa seconda cartina vediamo la situazione a 850hPa il giorno 27/01/2005.
Si nota chiaramente che ancora due giorni dopo l'aria fredda non ha valicato le alpi
ma, dopo essersi accumulata sul versante nord, ha portato il proprio gelo in Francia
e addirittura in Spagna.
A ulteriore conferma sono le temperature estremamente rigide di quei giorni sul
versante nord alpino, Monaco di Baviera raggiunse i -20.
L'ultima mappa riguarda il giorno 29/01/2005 a 850hPa quando ormai
l'aria gelida era riuscita, passando attraverso la porta della bora,
a penetrare in Val Padana e a colpire il versante adriatico portando
finalmente quell'atteso calo termico necessario alla caduta della
neve fino alla costa.
Il motivo, o forse la conseguenza, per cui l'aria fredda decise di non scegliere
subito quella strada si può ritrovare nella lieve ma cruciale rotazione in senso orario
dell'asse dell'anticiclone disteso sui meridiani e corrispondentemente del
ciclone che stava interessando l'Italia.
Fonti:
Dati meteo di Ancona e Trieste ricavati dal sito:
www.eurometeo.com
Mappe ricavate dal sito:
www.wetterzentrale.de
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